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Il clima umano che si respira, all'inizio di questo XXI secolo, è ancora quello della decadenza. Da una parte, infatti, un neo positivismo assurdo e feroce, con i suoi scienziati-stregoni, si incarica di deformare la nostra vita, manipolandola e riplasmandola in nome del progresso e della felicità futura. Fecondazione artificiale, eugenetica, clonazione ed eutanasia vengono offerte all'uomo di tutti i giorni in un banchetto avvelenato, che promette benessere ma produce solo tristezza e morte. Dall'altra, come perfetti alleati del totalitarismo scientista, i profeti della dissoluzione ribadiscono il decesso di ogni valore, e celebrano i funerali al desiderio umano di verità, giustizia e bellezza. Potremmo dire, con Verlaine, che ormai tutto è mangiato, tutto è bevuto, e non resta più nulla da dire. Potremmo dirlo, ma solo se non ci fosse, nella nostra storia, una Tradizione sulla quale è possibile ricostruire, noi, nani sulle spalle di giganti, una società più cristiana, e quindi, per questo, più umana. Per farlo occorre però riscoprire le nostre radici, ritornare alle vere origini del pensiero scientifico moderno, e alla ricerca di senso presente nella nostra miglior tradizione letteraria; liberandoci, nello stesso tempo, dalle falsificazioni costruite attorno ad alcuni personaggio chiave, come Galilei, Giordano Bruno e Charles Darwin?